venerdì 11 settembre 2015

Le conseguenze della coscienza

Pubblicato su Libernazione

"What makes a man, Mr Lebowski?"
"Uh, I, I don’t know, sir."
"Is it being prepared to do the right thing? Whatever the cost? Isn’t that that makes a man?"
"Ummm...sure. That and a pair of testicles."
"You’re joking. But perhaps you’re right."
(The Big Lebowski)

L'arresto di Kim Davis non è solo un altro episodio nel persistente dibattito tra laicismo e religiosità (che non si limita al solo terreno dei diritti degli omosessuali, ma investe educazione sessuale, insegnamento delle scienze, diritto all'aborto e via dicendo) ma, cercando di svincolarsi dalla logica di appartenenza ad una o l'altra delle fazioni in campo, può anche essere l'occasione per tentare di fare un paio di considerazioni di carattere più generale su come ognuno di noi riesca a conciliare i propri principi con i ruoli che ci troviamo ad assumere.
La signora Davis si è trovata in una situazione nella quale il suo ruolo di impiegata comunale le imponeva di compiere un'azione che la propria coscienza giudicava esecrabile; messa di fronte a questo conflitto lei ha agito in conformità con i propri principi morali, ritenendo che essi dovessero essere il fattore predominante nella determinazione del proprio comportamento: in parole povere, ha agito secondo coscienza. Ora, il fatto che io non condivida nulla delle idee oscurantiste e totalitarie che albergano nella coscienza della signora Davis, non mi impedisce di provare una certa ammirazione per un comportamento di questo tipo: d'altronde "difendi i tuoi ideali" e, appunto, "segui la tua coscienza" sono principi che tutti noi consideriamo virtuosi a prescindere, anche (e sopratutto) perché diamo istintivamente per scontato che i suddetti ideali da difendere siano gli stessi cui ci ispiriamo noi. La signora Davis non si è autoassolta con la necessità di obbedire agli ordini, né ha dato importanza al fatto che le coppie da lei respinte in un modo o nell'altro si sarebbero sposate comunque: la sua profonda convinzione era che fosse suo dovere impedire un abominio e il suo comportamento ne è stato una conseguenza.
Sto quindi sostenendo che Kim Davis è una paladina della libertà, eroica vittima di una persecuzione ideologica? Assolutamente no, sto dicendo che se comportarsi secondo la propria coscienza è di per se una cosa lodevole, l'idea che ciò giustifichi a priori qualsiasi tipo di comportamento é estremamente infantile. Poiché nessuno di noi è un'isola, è necessaria la consapevolezza delle conseguenze che le nostre scelte comportano in relazione ai ruoli che ricopriamo all'interno della società affinché tali scelte non si riducano ad una forzosa imposizione delle propria visione del mondo sugli altri: è proprio tale consapevolezza ad attribuire valore alle nostre scelte. In fondo ha (come sempre) ragione Il Drugo: per fare quello che è giusto servono i coglioni.
Invece, nel caso in questione, è successo che, a seguito della decisione della Corte Suprema, i principi della signora Davis l'hanno resa incompatibile con il proprio ruolo di pubblico ufficiale: la signora avrebbe dovuto prendere atto della sopraggiunta incompatibilità e, nel rispetto del ruolo che ricopre, avrebbe dovuto chiedere di essere trasferita ad altra mansione o, qualora ciò non fosse stato possibile, presentare le dimissioni. È stata la sua persistenza a voler ricoprire un ruolo senza averne l'idoneità la causa della serie di eventi culminata con la sua carcerazione: nulla che non si sarebbe potuto evitare se la signora avesse accettato che lei, volendo seguire la propria coscienza, quel lavoro non poteva più farlo esattamente come un musulmano o un ebreo ortodosso non può fare il cuoco in un ristorante dove servono l'amatriciana, un sostenitore del creazionismo non può insegnare scienze naturali, un ecologista non può fare il trivellatore e un vegano non può fare il macellaio.
Purtroppo il rifiuto di tale incompatibilità spesso comporta delle enormi storture spesso mascherate dietro la facciata dell'"obiezione di coscienza". Non mi riferisco solo al massacro della legge 194 ormai con punte dell'85% di medici obiettori ma anche, e sopratutto, a quegli episodi nei la suddetta stortura è causata da un sistema valoriale con il quale sento decisamente più affinità rispetto a quello della nostra eroina del Kentucky: due esempi fra tutti sono le vicende Cancellieri-Ligresti e Azzolini nelle quali un gesto dai fini, a priori, nobili (evitare a un essere umano una carcerazione preventiva, vessatoria e ingiustificata) è stato conseguito attraverso modalità in palese contraddizione con i ruoli istituzionali ricoperti dai "benefattori" (mancanza di imparzialità nel caso del ministro, voto in malafede* da parte dei senatori). Di nuovo, una volta conseguito l'obiettivo, il passo corretto da compere sarebbero state le dimissioni immediate per sopraggiunta incompatibilità verso il proprio ruolo; un gesto che avrebbe anche potuto generare un dibattito sulla mostruosità che è il sistema giudiziario-carcerario italiano (come non manca periodicamente di ricordarci la Corte europea dei diritti dell'uomo). Invece, anche qui, la scelta "di coscienza" è stata considerata la giustificazione di un comportamento istituzionalmente illegittimo che, accanto alla "buona azione" privata, ha creato un'ulteriore stortura pubblica in aggiunta a quella già esistente.
Nota finale: l'altro ieri Kim Davis è stata rilasciata con l'ammonimento a fare il proprio lavoro. All'uscita di prigione è stata accolta da una folla in festa al suono di Eye of the Tiger: la signora ha ringraziato, commossa, la folla, ed ha tenuto un breve discorso durante il quale si è rivolta al cielo esclamando "la gente di Dio si è radunata". Sul palco con lei c'era  Mike Huckabee, pastore battista e candidato (di nuovo) alla presidenza e già altri candidati stanno facendo la fila per incontrarla. Mi sbaglierò ma queste elezioni stanno per diventare parecchio divertenti.
*parlo di malafede perché l'argomento della votazione era la presenza o meno di intenti persecutori nell'indagine della procura (non la bontà dell'indagine stessa, la consistenza delle prove o l'opportunità della carcerazione preventiva) mentre molti di coloro che hanno votato contro l'arresto lo hanno fatto, per loro stessa ammissione, a prescindere dalla questione persecutoria

venerdì 31 luglio 2015

Oh fascist, where art thou?

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C'è un curioso silenzio questi giorni e non so davvero come interpretarlo. Non lo trovate strano anche voi? Voglio dire, sabato sera, c'è stato un incidente mortale (a Napoli un dj di 29 anni ha preso la tangenziale contromano ubriaco lercio e si è schiantato contro un'altra auto) eppure, fino ad oggi, non ho sentito di nessuna misurata manifestazione di solidarietà, di Matteo Salvini neanche l'ombra, e, so che farete fatica a crederci, i media ne parlano come di un normale incidente stradale.
Eppure sappiamo bene che la reazione appropriata agli incidenti stradali (notare con che classe sono grassettate le parole tre rom zingari) dovrebbe essere ben diversa. Dove sono le torce e i forconi sotto la casa dell'"assassino"? Dove sono le invocazioni di ruspa per le discoteche? Dov'è l'indignazione contro l'alcool? Dove sono le richieste di buttare nel cesso la legge perché laggente vuole il sangue e bisogna placarla? Dov'è il sindaco che si bulla di aver preso i responsabili? Dove sono le pretese di pene esemplari da parte di tutto il sottobosco del politicume vario su su fino al Ministro dell'Interno?
È chiaro che esistono innumerevoli ragioni per cui l'episodio A entra nel frullatore politico/mediatico mentre l'episodio B passa in sordina (d'altronde le vittime di incidenti stradali sono 3.400 all'anno, non è che possono fare notizia tutte); è solo che, a parte l'ipotesi di Billy Pilgrim, non me ne viene in mente nessuna. Ma è il mio animo malfidato che si permette di giudicare chi esprime nobili sentimenti mosso da altruistica commozione e solidarietà: è solo che, come dire, temo che la loro impronta stilistica lasci un po' a desiderare.

giovedì 25 giugno 2015

Matrimoni egualitari? Adda passà 'a nuttata...

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Il buon Luca Sofri ed il mio degno complice Tad sono più o meno concordi nell'asserire che il (lol) milione di tizi di Piazza San Giovanni sono dei poveracci che strepitano perché si rendono conto che la loro posizione è destinata a diventare minoritaria e financo a estinguersi: in soldoni, scrivono, cari omosessuali, non dovete preoccuparvi perché alla fine, fosse pure tra due/tre/cinque/dieci anni, la battaglia la vincerete.
Ciò è sicuramente vero e risulta, almeno a primo impatto, piuttosto confortante: ci pone dal lato "giusto" della storia, ci prefigura il lieto fine e, addirittura, ci rassicura che tutto questo avverrà automaticamente, senza alcuno sforzo da parte nostra. Tuttavia tale linea di pensiero rischia, a mio avviso, di sottovalutare l'importanza sociale e culturale della questione.
Vedete, la domanda chiave di tutta la faccenda è questa: il diritto al matrimonio è o no uno dei diritti fondamentali di un cittadino?

Risposta A - SI, è un diritto fondamentale: benissimo, allora è equiparabile a, per esempio, il diritto di voto. Se agli omosessuali ad oggi fosse proibito votare, direste "Si, lo so che è brutto ma tra un po' la risolviamo: magari non si riesce per questa elezione ma alla prossima andate tranquilli."? Se fossero, sempre per esempio, gli ebrei a non potersi sposare direste loro che si vive benissimo anche da non sposati? Se un diritto è fondamentale tutti lo devono avere, punto. E ogni istante che a qualcuno è negato questo diritto viene imposta una sofferenza a lui e alla comunità intera. E, sopratutto, tutto questo deve (dovrebbe) prescindere dal voto popolare ma essere dato per scontato e, eventualmente, difeso contro tutti coloro che cercano di limitare o estinguere tale diritto. È chiaro che, se questo è il caso, "eh, adda passà 'a nuttata" non può essere la risposta da dare a quello che è, a tutti gli effetti, una minoranza oppressa.

Risposta B - NO, non è un diritto fondamentale: è uno degli obiettivi da raggiungere per migliorare il livello di civiltà del paese insieme ad altri. Questa pare essere la risposta sottesa al "alla lunga si farà, non c'è problema". Sarà la mio indole pessimista ma ho dei dubbi anche su questo. La mia impressione è che questo tema, come anche altri temi relativi a diritti civili, in Italia non solo non sposti voti (per dire questo è il video del dibattito delle primarie del PD, com'è andata a finire lo sapete) ma, al contrario, rischi di essere controproducente. Dire "nessuno, che viva in un adeguato contesto di realtà e che abbia meno di trent’anni, si opporrebbe più alle unioni civili" è sicuramente vero ma "non opporsi" non significa "essere favorevoli" ma "essere indifferenti": se le unioni civili si fanno ok, altrimenti non c'è da perderci il sonno. Infatti il sonno lo si perde talmente poco che il DDL Cirinnà, in discussione in questi giorni, era stato presentato appena 2 anni e 3 mesi fa, verrà approvato (se tutto va bene) non prima di ottobre e ha lo scopo non di introdurre l'uguaglianza (ovvero eliminare il "tra un uomo e una donna" nella definizione di matrimonio), ma di creare una forma di unione civile "dedicata" agli omosessuali lasciando agli eterosessuali l'esclusiva del matrimonio. Meglio di un calcio nei denti ma il risultato sarà comunque discriminatorio visto che, alla fine della fiera, gli eterosessuali avranno alcuni diritti e gli omosessuali ne avranno di meno.

Sono piuttosto convinto che la forma mentis sottesa alla Risposta B dipenda, almeno in parte, dall'idea, molto italiana, che la minoranza (sia essa politica, etnica, religiosa o sessuale) non sia una risorsa da preservare e sfruttare, ma una seccatura da sopportare e, qualora possible, ignorare mentre ci si occupa di "cose serie": un atteggiamento che cozza ferocemente con l'idea stessa di democrazia liberale. Come molti dei problemi di questo paese la radice è, innanzitutto, culturale e mi sa che prima di vedere miglioramenti in tal senso ann passà assai nuttate.

sabato 16 maggio 2015

Unhappy is the liberal who votes for Renzi

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Ma voi ci credete che esistono i liberali (e/o liberisti) renziani? Io pensavo di averle viste tutte con i marxisti per Tabacci ma evidentemente ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sappia la mia filosofia visto che, a quanto pare, esistono alcuni esseri pensanti ancora convinti che questa sorta di DC 2.0 in maniche di camicia possa davvero incarnare la "rivoluzione liberale" che questi poracci si sono visti fottere da Berlusconi prima e da Monti poi. Ora, è vero che i liberali (e/o liberisti) italiani hanno preso talmente tanti schiaffi che si mettono a scodinzolare mostrano apprezzamento per il primo tizio che dà loro un biscottino; è parimenti vero che non tutti sono entusiasti, nè lo sono mai stati, per l'esimio presidente del consiglio: sono tuttavia sinceramente sorpreso del fatto che dopo più di un anno di governo Renzi l'impressione del liberale (e/o liberista) medio è tutto sommato positiva sia per l'operato fin qui che per il futuro.
Amico liberale (e/o liberista): Aspetta, innanzitutto non concordo sull'accostamento Renzi-DC: sarà anche di estrazione cattocentrista (segretario provinciale del Partito Popolare Italiano, quello di Martinazzoli e Buttiglione, nel 1999 NdA), ma politicamente copre un'area molto più vasta. 
Ah, non è la DC? E come lo chiameresti l'atteggiamento teso alla conservazione del potere fine a se stessa? Quello per cui si prende a bordo la qualunque (FranceschiniDe Luca, Alfano) pur di racimolare mezzo voto in più?
All: Scusa, ma tu se fossi un liberista in questo momento chi sosterresti?
Civati
All: Ahahahah. Dai, seriamente.
Seriamente: il principale ostacolo in Italia al libero mercato sono la corruzione, l'evasione fiscale e il conflitto di interessi. Cose che Renzi non toccherà mai.
All: Sinceramente la corruzione mi sembra meno grave dell'interventismo statale. Quale conflitto d'interessi? L'evasione fiscale invece in effetti è un problema serio.
È tutto parte dello stesso problema: quello per cui per aprire qualsiasi attività commerciale devi avere un cugino vigile urbano, per non metterci tre anni.
All: E quello lo combatti semplificando la burocrazia e licenziando molti statali, non gridando al lupo al lupo.
Cosa che Renzi non farà mai perché gli statali sono quelli che lo votano. Vedi le province che col cazzo che sono state abolite: hanno levato le elezioni e lasciato lì tutti quelli che ci lavoravano (e ora non sanno manco come pagarli).
All: E comunque io non dico che Renzi è un buon premier: dico che 1)ha buone probabilità di vincere 2)finora sta facendo cose che non mi dispiacciono (soprattutto ha abolito il cazzo di articolo 18, per quanto facendolo se vuoi un po' a cazzo, che è stata la riforma più importante degli ultimi 30 anni).
Cazzo vuol dire ha buone probabilità di vincere?
All: Che se uno prende il 5%, con le buone intenzioni può pulircisi il culo. Idem se è al governo ma non sa tenersi una maggioranza.
Quindi voti chi prende di più a prescindere dal programma? Sono finito dentro Elianto e non me ne sono accorto? Considerando che, articolo 18 a parte (di cui parliamo dopo), le "idee" di Renzi sono diametralmente opposte alle tue non capisco come la parte che abbia buone probabilità di vincere possa spingerti ad appoggiarlo.
All: Quali sarebbero queste idee così opposte? A me pare Renzi che stia cercando di usare un partito, con una piattaforma con cui non concordo, per fare invece, almeno in parte, delle riforme progressiste. Non ho ancora letto bene della scuola, ma mi pare che la renda più indipendente (riforma da liberale); l'abolizione del senato e l'Italicum (che non mi piace ma meglio che niente) aumentano la governabilità e snelliscono l'apparato; tagli fiscali (anche se pochi); sblocco di (parte dei) debiti della pubblica amministrazione; non ho ben capito cosa abbia fatto in termini di riforme giudiziarie ma almeno l'intento mi sembrava volto alla efficienza. Insomma, rispetto a praticamente tutti i suoi predecessori non mi pare male per niente (tra le altre cose grazie al fatto che riesce a mantenere in modo miracoloso una maggioranza, che è quello su cui hanno fallito ad esempio Prodi e Monti).
Solo che Prodi e Monti non sono riusciti a mantenerla la maggioranza proprio quando sono andati a toccare (molto poco a onor del vero) i centri nevralgici delle incrostazioni di potere italiane, cosa che Renzi si guarda bene dal fare. Lo snellimento di cui parli, invece, è quello usato, ad esempio, per Expo con i lavori affidati agli amici degli amici con la scusa dell'emergenza. O è lo Sblocca Italia di Lupi con le regioni che hanno autonomia di fare il cazzo che vogliono senza controlli (il che si traduce in appalti finti ai soliti noti). O il prolungamento della concessione ad autostrade per 90 anni. O il calcione nel culo alla Spending Review (e a proposito, che fine ha fatto Cottarelli?). E in tutto questo i tagli fiscali te li raccomando visto che gli 80 euro sono rientrati dalla finestra. Oppure prendi la riforma della scuola: attribuisce una serie di poteri ai presidi i quali a) non sono assolutamente formati per esercitarli e B) sempre nominati dal provveditorato sono. La verità è che Renzi è liberale quanto Berlusconi: ha solo sostituito la sua cricca con un'altra (e spesso manco quello visto che le facce sono le stesse) e sta promuovendo un sistema in cui non esiste il merito ma solo la fedeltà. Ovvero la DC. Ovvero l'antiliberalismo. Non è una questione di non essere abbastanza: è proprio che la sua politica non è né quella che vuoi tu ne quella che voglio io.
All: Eppure le due riforme rilevanti che ha fatto sono tra quelle che io aspettavo da più tempo: fine del bicameralismo e del l'impossibilità di licenziamento.
Ok, ha eliminato il bicameralismo perfetto: lo ha fatto in un modo del tutto idiota creando senato di dopolavoristi che non faranno bene né il consigliere regionale né il senatore e di trasferte spenderanno tanto quanto avrebbero speso di stipendi ma si, lo ha fatto (en passant ha dimostrato che la punta di diamante del suo team non sa scrivere un decreto legge al punto che la Finocchiaro ha dovuto riscriverglielo da capo: succede quando ti circondi di leccaculo che non sono in grado di accorgersi che "umanista" non è un aggettivo.). Ma vogliamo parlare dell'articolo 18? Da anni quasi tutte le assunzioni erano precarie mentre per quelli che ce l'avevano l'articolo 18 è rimasto.
All: Era impossibile toglierglielo. E comunque il punto rilevante è dare alle aziende la possibilità di assumere senza che poi il dipendente possa non fare un cazzo per sempre. Ripeto: non è un buon premier,  ma non mi vengono in mente alternative ed è bravo a fare effettivamente le cose (magari in parte, magari imperfette, ma alcune le fa). Cosa farebbe Civati di liberale se fosse al governo (e riuscisse a tenersi una maggioranza, cosa che non credo possibile)?
Di liberale farebbe un'unica legge che includa conflitto di interessi, evasione fiscale e corruzione magari inserendoci la tracciabilità dei capitali. Questo, unito alla semplificazione della burocrazia sarebbe la riforma più liberale mai vista in Italia. E per questo nessuno la farà mai.
E guarda che secondo me stai mischiando causa è effetto: Renzi ha la maggioranza PERCHÈ non fa un cazzo di liberale: se volesse farlo davvero lo schiaccerebbero.
Il punto è: cosa pensi che farà Renzi di liberale da ora in poi?
Perché la mia risposta è un cazzo di niente.
Quindi non vedo perché dovresti appoggiarlo, tutto qui.
Per la cronaca sono favorevole a due degli interventi fatti da Renzi: gli sgravi sulle assunzioni e il 730 precompilato.
All: Non ho idea di cosa farà in futuro: mi baso su quanto fatto finora. Se vuoi delle ipotesi di quanto potrebbe fare post elezione: un minimo di semplificazione sia della burocrazia, sia del sistema giudiziario. Nei miei sogni bagnati anche fiscale
Per quanto riguarda Civati sono convinto che ci proverebbe (probabilmente facendolo nel modo meno liberale e più statalista possibile), ma sono altrettanto certo che fallirebbe. E nel frattempo probabilmente porterebbe avanti altre politiche che non condivido (cose tipo reddito di cittadinanza e supporto alle strutture pubbliche invece di privatizzare).
Secondo me ti illudi, a nessuno degli alleati di Renzi interessa fare quello che dici tu. Anzi, interessa l'esatto contrario: spartirsi la torta come di consueto.
All: Secondo me almeno c'è una minima speranza. Esponimi l'alternativa: chi sono gli alleati di Civati a cui interessa?
Assolutamente nessuno.
Ma qui torno al discorso di prima: se devi votare chi vince e sperare che faccia quello che dici tu tanto valeva votare Berlusconi.
In fondo ha fatto qualcosa di buono: la patente a punti ed il divieto di fumo nei locali pubblici
All: No, perché Berlusconi non ha mai fatto un cazzo di liberale, Renzi qualcosa sì.
Ripeto: secondo me ti illudi. Anche perché il peggio è che Renzi stesso e il maggior avversario di chi vorrebbe le cose fatte in un certo modo visto che cannibalizza il voto di chi, come te, si accontenta di quest'elemosina.
Guarda quello che è successo con (sigh) Scelta Civica: qualcuno (come te) li aveva votati sperando in Monti ed è finita che sono entrati nel PD.
Ora, io lo capisco che a un sacco di gente che ha sempre preso schiaffi, a destra come a sinistra, non pare vero di poter tifare per la squadra che vince ma c'è un grosso problema: Renzi non è la vostra squadra. E non è una questione di essere indentitari o puristi ma si tratta di riconoscere che, a un certo punto il porco non è più buono (e probabilmente non lo era mai stato) e smetterla di tentare di rincorrere obiettivi con chiara inutilità.


Nota: l'Amico liberale (e/o liberista) non è un parto della mia mente (credo) e mi scuso se la sua rappresentazione non è accurata e/o irrispettosa

sabato 25 aprile 2015

Certo che siamo stronzi, sai che scoperta

Pubblicato su Libernazione

Il nostro nuovo acquisto Billy Pilgrim si è fatto, al primo tentativo, un sacco di amici per aver affermato il suo (e nostro) diritto alla disempatia. Capisco che sia facile ridurre la questione a "Questo qui è il prossimo Hannibal Lecter ma io sono una persona molto migliore" ed avreste tutto il diritto di pensarla così: il problema è che, sfortunatamente, vi stareste prendendo per il culo. Vedete, per quanto possiate convincere voi stessi o chiunque altro di quanto siate altruisti, generosi etc. etc., la triste verità e che a voi, della maggioranza degli altri esseri umani non frega nulla; e non è che si tratta di essere cattivi o insensibili, il problema è che nel nostro cervello non c'entrano più di 150 persone. Non c'entrano, punto. E non parlo di saperne i nomi, i codici fiscali, il colore preferito o il numero di peli del culo ma del concepirli come individui, esseri umani, come nostri pari. Vedete quando Stalin diceva che "Un morto è una tragedia, un milione è una statistica", centrava in pieno il punto: noi stiamo evolutivamente costruiti per ragionare esattamente in questi termini. Che poi è esattamente il motivo per cui sia stato, e sia tuttora possibile, il massacro di ingenti quantità di esseri umani: perché per noi sono, appunto, una quantità (a proposito, guardatevi The Act of Killing e poi riprendiamo questo argomento). E se credete che stia esagerando pensate che abbiamo parlato per anni del piccolo Samuele ma sfido chiunque a dirmi come si chiamava anche uno solo dei 900 poveracci affogati domenica?
Tutto questo ha a che fare col fatto che non è poi tanto tempo che siamo scesi dagli alberi e smesso di tirarci le feci l'un l'altro; fino a quello che in termini di evoluzione è l'altro ieri, eravamo organizzati come un qualsiasi branco di animali con i maschi a caccia e le femmine a badare ai cuccioli: e questi individui erano tutti e soli quelli di cui ce ne doveva fregare qualcosa. È lo stesso motivo per cui esistono amore materno e attrazione sessuale: é l'evoluzione bellezza.


Quindi è vero che siamo degli stronzi: a livello emotivo degli altri non ce ne frega un cazzo, non siamo fisicamente in grado di provare empatia per loro. Peccato che questo non conti una sega. Non nel senso che intendete voi.
Vi faccio una domanda, sapete perché in questo momento invece di succhiare l'osso di un brontosauro che ho ammazzato a bastonate, stia scrivendo questo illuminante post su un coso che, per quanto mi riguarda, funziona per intercessione dello spirito santo? Perché un bel giorno abbiamo deciso di mandare l'evoluzione a fare in culo e abbiamo iniziato a basare le nostre decisioni non solo sui nostri istinti ma sul nostro intelletto; e considerando che questo ci ha portato in un paio d'ore in cima alla catena alimentare forse non è stata una cazzata completa. Vedete, la nostra società non è organizzata sull'empatia, è troppo complicata per esserlo: è organizzata su legami di tipo intellettivo ed etico possibili solo grazie alla nostra capacità di astrazione. E tali legami fanno si che, pur non essendo singolarmente in grado di prenderci cura l'uno dell'altro, possiamo farlo, bene o male, collettivamente; e in questo l'aspetto etico è fondamentale perché trasla il concetto di "convenienza" dal singolo individuo alla società intera.
In soldoni l'utilizzo dell'emotività all'interno della sfera pubblica non solo è fisiologicamente inadeguato ma contraddice l'idea stessa di società; è per questo che per ogni scelta che dobbiamo fare non dovremmo chiederci "come mi fa sentire questa cosa" ma "cosa è più giusto fare"; ed è per questo che "Ascolta il tuo cuore" e "Sii te stesso" sono le peggiori cazzate che si possano consigliare a chiunque: provate con "Chiudi il becco e usa il cervello" e con "Sii una persona migliore" e vediamo come va.

mercoledì 22 aprile 2015

Immigrazione: una soluzione finale

Pubblicato su Libernazione

Signori, la situazione è chiaramente diventata insostenibile.

Gli sbarchi di immigrati sono sempre più numerosi, il fatto che siano costretti all'illegalità li rende un'enorme fonte di reddito per la criminalità organizzata, le condizioni degradanti in cui vivono in Italia li portano a diventare (se non lo erano già) criminali e ad abusare di alcool e sostanze stupefacenti. La politica si rifiuta di affrontare la questione in maniera realistica proponendo sparate occasionali in presenza di disastri e ignorando la situazione quanto più possibile. I media, d'altro canto, oscillano tra la costruzione di un clima di sospetto, quando non di paura, e improvvisi rigurgiti di una vacua pietas da riflesso pavloviano.

Eppure la soluzione c'è, ha già funzionato in passato per grandi civiltà ed è parte di una lunga tradizione che, orgogliosamente, ci vede eredi: i giochi gladiatori.

Invece di farli affogare soli e lontano dalle telecamere, reclutiamo profughi e migranti, li addestriamo e li facciamo combattere per il pubblico. Si creeranno una serie di competizioni suddividendo peso, stile di lotta e tipo di match (Team Tag Match, Royal Rumble, Spada, Lancia o mani nude) da trasmettere in alternativa al calcio, o alla formula uno; le fasi di selezione e allenamento diventeranno reality show, il pubblico deciderà la pena degli sconfitti su twitter, siamo già in trattativa con Russel Crowe per apparire come special guest.
So che, come tutte le idee innovative, c'è bisogno di un attimo per apprezzarne tutti gli aspetti ma se mi concedete cinque minuti provvederò ad illustrarvi tutti i vantaggi della soluzione a fronte dei quali i contro risultano pressoché risibili.

Innanzitutto l'aspetto economico: il business plan mostra che, a fronte di una spesa iniziale per le infrastrutture, i guadagni crescono in maniera esponenziale. Pensate ai proventi televisivi, al merchandising, all'esportazione del format in tutto il mondo (gli Stati Uniti si sono detti molto interessati): sarebbe un trionfo per il Made in Italy. Inoltre si creeranno numerosi posti di lavoro (pensate al reclutamento, al training, alla costruzione delle infrastrutture) che abbatteranno la disoccupazione e alzeranno il gettito fiscale.

L'aspetto comunicativo, d'altro canto, potrebbe apparire un po' ostico ma in verità la GI (Gladiator Initiative) non è che il naturale approdo della strategia mediatica tesa alla disumanizzazione di "negri", "arabi" e "zingari" che in Italia da anni riscuote notevole consenso (un trend riscontrabile anche nel resto d'Europa e negli Stati Uniti) in modo del tutto trasversale: non è un caso che il firmatario della legge che ha inventato i CIE sia stato eletto (due volte) Presidente della Repubblica. D'altronde il concetto di Monkeysphere è chiaro: l'empatia verso queste persone è al più frutto di un senso di colpa individuale del quale il pubblico sarà più che lieto di liberarsi. In questo una grossa mano ci è venuta dai media che negli ultimi anni anni hanno sempre più avallato il concetto che il cosiddetto "razzismo" è null'altro che la coraggiosa espressione di una minoranza che non si piega al politicamente corretto o, in alternativa, un'insieme di esternazioni forse un po' "fuori luogo" o "sopra le righe" ma scevre di cattive intenzioni.

Tutte le nostre analisi concordano nell'indicare che il mercato (scusate, l'"opinione pubblica") risponderà positivamente alla GI: l'assenza di empatia verso target quali "negri", "arabi" e "zingari" è già una realtà, e va solamente innescata inquadrando la questione sotto il corretto punto di vista: il nostro fine è attrarre segmenti di mercato diversificati per creare un sentire condiviso.

Ad esempio, per i più poveri si punterà sul succitato aspetto economico anche sottolineando il risparmio confrontato alle alternative: infatti sia la copertura militare delle coste, tesa all'affondamento dei natanti, che la distruzione preventiva di tutti i porti di Libia, Egitto e Libano è chiaramente troppo dispendiosa ed impegnativa per le nostre forze armate.
Presso le fasce di pubblico più informate sono due gli argomenti da affrontare: da un lato l'inconcludenza delle proposte attuali (ad esempio "Ok, gli abbattiamo le case con le ruspe. E poi? Dove andranno? Tornano per strada a rubare?") e dall'altro la possibilità di scelta per l'individuo, che, invece di crepare in mare, potrà combattere per la libertà.

Verranno coinvolti nel progetto anche gli attuali residenti nelle prigioni venendo così incontro alle richieste dell'Europa di diminuire la popolazione carceraria: si includeranno gli zingari in questo gruppo in quanto rientranti nel target stabilito ,a prescindere dal fatto che siano o meno "italiani".

I soggetti non adatti al combattimento potranno essere utilizzati per sperimentazioni mediche: in questo modo si attrarrà ulteriore consenso dal mondo animalista.
Inoltre, tramite selezioni mirate, si provvederà a graziare un (limitato) numero di concorrenti, qualora si convertano al cristianesimo (pare sia un bias che fa abbastanza presa su certe fasce di popolazione): oltre a, chiaramente, accontentare la Chiesa, provvederà ottimo materiale per la programmazione pomeridiana.

Comune a tutti questi argomenti, e pietra miliare della nostra opera di persuasione, è, e dovrà sempre essere, il rifiuto dell'ipocrisia, del buonismo e di tutte le falsità moralizzanti che impregnano la società: a tutti noi, lo sappiamo benissimo, di negri, arabi e zingari non frega nulla, sono quindici anni che non li consideriamo esseri umani e li facciamo crepare senza che ne siamo minimamente toccati, non dobbiamo aver paura di dirlo perché è normale che sia così, è come siamo fatti e non c'è niente di male. E per giunta non c'è davvero alternativa: l'unica soluzione possibile è una soluzione finale.